mercoledì 29 luglio 2009

La riforma della scuola.


La mia speranza è che alle feste della Lega si usi lsd come nella Summer of Love, così almeno si possono quanto meno capire certe idee talmente cretine da risultare un insulto al buon gusto.
Attenzione: la Lega scende in campo nella discussione sulla scuola.
Come migliorare l'offerta formativa con corsi meglio preparati? No!
Dare fondi alla scuola per mettere in sicurezza gli edifici? Neanche!
Allora, considerato il socialismo di facciata leghista, risolvere il dramma dei precari della scuola? Ma va là!
Che sia razionalizzare i corsi, eliminando quelli utili come un tagliaburro elettrico? Assolutamente!
L'idea lisergica del Carroccio è di inserire un test di dialetto per i futuri prof., i quali dovranno dar prova di conoscere a menadito tradizioni regionali e idiomi del luogo ove forgeranno menti.
Ben venga la tradizione. Io stesso mi batto affinchè si tuteli la nostra storia, fatta di mille realtà locali. Ma anche ai tempi in cui i miei nonni andavano a scuola (ed era il Ventennio), tempi in cui il dialetto era usato in modo predominante, a scuola si doveva parlare italiano.
Punto.
Amore e difesa delle tradizioni sono un bene imprescindibile del singolo, in cui la scuola può avere una parte. Ma rendere il dialetto un elemento valutativo dell'insegnante è a dir poco una bestialità, ancor più grave se si legge la notizia in combinato disposto con quanto scrissi qualche giorno fa in merito a Vikas, il ricercatore indiano costretto ad andarsene dall'Italia poichè mai gli fu concesso il permesso di soggiorno.
Un filo di malafede, non riesco a non vederla.
E non posso non pensare che la strategia leghista sia rivolta ad infondere nelle menti, attraverso un'accurata scelta degli insegnanti, i "valori" da loro ritenuti importanti. Se questo non è il prologo di una dittatura, io sono Babbo Natale.
Seghisti, ma andate un po' a fanculo!

2 commenti:

  1. In questi giorni caldi mi devo complimentare con te perchè hai dedicato ampio spazio ai deliri leghisti. Certi sottoprodotti culturali non meriterebbero si tanta considerazione se non fosse che avrebbero pure la presunzione di governarci. Strano paese il nostro. Spero possa ritornare normale

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  2. Sante parole, Loris...dedico ampio spazio per un motivo: mi fanno paura.
    Mi terrorizza la somiglianza tra certe sparate che gli "uomini in verde" fanno e quelle che si facevano nella Germania degli anni '30.
    Conosco a cosa hanno portato perchè i miei nonni ci sono passati entrambi, perchè mia madre mi ha portato a visitare un campo.
    E sono cose che non devono più capitare. Mai più. Per questo, non bisogna dimenticare e non bisogna sottovalutare!
    Ciao,
    Ghino

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