venerdì 31 luglio 2009

Il liberal populismo insulare.

Chi ha letto "La casta", di cui feci una recensione qualche giorno fa, sicuramente avrà trovato la notizia particolarmente succulenta e, allo stesso tempo, fonte di indignazione.
La lobby siciliana, trasversale ad ogni schieramento partitico, ha colpito ancora. Prima le doglianze del MPA, poi i cenni di ribellione di Micicchè, poi le parole sottili e taglienti del presidente del Senato Schifani.
Morale della favola, una vagonata di soldi arriva nelle casse (senza fondo) della regione Sicilia. Ma non solo: al via un nuovo ente (credo sia il millesimo) ed una nuova banca (speriamo che non sia parente della Crediteuronord, la banca padana salvata in extremis dal galantuomo Fiorani).
Come per incanto, il quasi-secessionista Lombardo, pronto a schierarsi contro (oltre ai voti contrari al PDL usati come avviso), il quasi-contrariato Schifani e i quasi-insorti politici siciliani hanno ammainato i vessilli e deposto le armi.
Come si suol dire all'ombra del Vesuvio "basta poco, checcevò". Un comodo ente ed una ancor più funzionale banca in cui assumere decine, centinaia, migliaia di politici (trombati e non), parenti, amici, amici di amici. Ente che durerà in eterno ed alimenterà i circa 2 miliardi di euro/anno che la "casta" costa (pardon per il gioco di parole) ai contribuenti.
Non solo. Gonfierà a dismisura i dipendenti della regione Sicilia che, sempre secondo i dati pubblicati da Rizzo e Stella, ammontano a circa 200.000 unità, di cui 50.000 solo nel corpo forestale. Un'enormità.
Sia chiaro, il mio non è un moto di disgusto padano, al contrario. Dell'esborso di 4 miliardi di euro, non ne faccio una questione geografica; semmai ne faccio una questione morale. Morale nella misura in cui enti e aziende "pubbliche" sono usate per garantire alla casta di sopravvivere e prosperare.
Morale perchè si alimenta una generazione che sempre meno sa cosa sia la meritocrazia. Morale perchè i problemi del mezzogiorno non si risolvono a colpi di miliardi, ma con milioni di piccole punture di spillo, per esempio strappando alla criminalità organizzata affari e business, valorizzando i beni esistenti, educando al rispetto della res pubblica.
Ma in tempi grami, in cui ogni singolo alleato è prezioso, va così.


L'articolo sul Corriere eccolo qui.

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