martedì 18 agosto 2009

Renzo la trota

Il padre lo ha chiamato "la Trota" ma su un simpatico blog appare come "il caprone", grazie ai tre tentativi infruttuosi di diplomarsi (di cui una volta in un istituto privato, una volta in base ad un intervento diretto della Gelmini).
Personalmente non mi voglio esprimere su quanto sia difficile studiare al giorno d'oggi, di come sia dura la vita di un figlio di un politico di spicco (ebbene sì, Bossi è un politico), degli ovvi sotterfugi che quei comunistacci integralisti e cattivi di insegnanti hanno usato per bocciarlo n. 3 volte. Non voglio nemmeno mettere in dubbio, come la sediziosa stampa sinistrorsa ha fatto, che dagli occhi della trota non guizzi il genio.
Tanto meno mi lascerò andare a facili speculazioni sul fatto che la Lega, partito contrario a Roma Ladrona e al nepotismo, da sempre acerrima nemica di chi usa amici e non per far carriera, lo ha nominato membro dell’Osservatorio sulla trasparenza e l’efficacia delle Fiere Lombarde, alias dell'organismo che vigilerà su quella cosuccia chiamata EXPO 2015.
Il mio commento, semmai, è rivolto al desio del giovane rampollo padano: vuol fare l'economista.
Considerando la brillante carriera scolastica, l'indiscusso patrimonio genetico, la possibilità di avere come mentore un Boso, un Calderoli o un Salvini, in 300 o 400 anni, forse, riuscirà a compilare il modulo di ammissione. Per fare l'economista, beh, chissà.

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