mercoledì 10 giugno 2009

Forse, chissà, perchè.


Capitano, certe volte, cose che mai ti aspetteresti.
Cose su cui la legge dei grandi numeri non funziona, tanto sono odiosamente insopportabili.

Mi alzo reduce da qualche notte insonne con la sola speranza che sia stato tutto un sogno ma mi basta un colpo d'occhio, la riacquisizione di un barlume di lucidità, per capire che è andata così.
Michael Moore all'inizio di Fahrenheit 9/11 pensa che Bush non abbia mai vinto le elezioni perchè Al Gore stava festeggiando, assieme a De Niro e Ben Affleck, sul palco allestito a festa.

Invece no, non è andata così.

Forse quando speri così intensamente una cosa poi ottieni sempre il contrario; forse addirittura SAI già che le cose non andranno come spereresti ma ti crei una difesa interiore, accarezzando mentalmente il tuo desiderio.

Chissà se capita anche voi. A me sicuramente sì. Dai tempi della scuola, quando la pancia tirava nell'attesa che il professore scegliesse l'interrogato e, sapendo di non aver studiato, ripetevo come un mantra "Speriamo che non mi chiami, speriamo che non mi chiami". E poi il nome ad uscire era proprio il mio.

Perchè questo accada non so. So che i nostri vecchi, con la lora fine e allo stesso tempo grezza saggezza, dicono che "Chi vive sperando muore cagando". E allora lo scoramento che mi assale in questi giorni lascia il posto, con un invisibile movimento zigzagante, alla voglia di smettere di pensare e sperare per far spazio al fare, prendendo la mia piccola parte in questo fumoso, scuro e bastardo periodo.

Ghino di Tacco

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